comunicato letto durante il corteo di @giovanipalestinesibologna in contestazione alla cosiddetta “Sinistra per Israele”, raggruppamento esplicitamente sionista del campo largo del centrosinistra con rappresenti vari, dal PD ad ArciGay, riunitasi a Bologna il 15 Ottobre 2024
In questi ultimi mesi ci siamo trovatə sempre più spesso di fronte all’ ipocrisia di chi tenta di unire parole come “democrazia” e Israele. Lunedì scorso siamo statə in presidio a fianco di Giovani Palestinesi per contestare la presentazione del manifesto nazionale di Sinistra per Israele, per esprimere ancora una volta la nostra opposizione nei confronti delle pretese irragionevoli di chi si ostina a considerare Israele l’“unica società democratica e pluralista in Medio Oriente” invece di ammettere le fondamenta coloniali, razziste e fasciste che animano il progetto sionista su cui si fonda l’esistenza stessa dello stato israeliano.
Un progetto politico come quello di Sinistra per Israele non solo supporta incondizionatamente l’azione genocida di uno stato fascista, ma contribuisce ad alimentare una retorica pericolosa e intrinsecamente coloniale che anche e soprattutto come soggettività non eterocisconformi rifiutiamo fermamente.
A differenza di un certo un certo associazionismo lgbtqia+ presente in sala – lo stesso associazionismo che in questo paese, dalla politica nazionale fino ai pride cittadini, assimila, supporta e ripropone retoriche di pink e rainbow washing – noi sappiamo bene da che parte stare.
Sappiamo bene, infatti, che le presunte campagne a supporto della comunità lgbtqia+ di cui Israele si fa vanto a livello internazionale rientrano in una precisa operazione di marketing, in una strategia di city branding portata avanti fin dall’inizio degli anni 2000 con l’obbiettivo di trasformare Tel Aviv in una meta turistica gay-friendly, nella capitale arcobaleno del medioriente, in una vetrina colorata per i turisti occidentali.
Israele sa perfettamente che il suo insediamento nei territori palestinesi occupati deve costruirsi una legittimazione, e a questo scopo si serve dei nostri corpi e delle nostre battaglie, facendo leva sull’islamofobia che permea le società occidentali.
Come donne trans e froce ci dichiariamo contro la strumentalizzazione e la mercificazione delle nostre lotte. Siamo stanchə non solo di vedere le nostre esistenze asservite a battaglie ideologiche finalizzate a ripulire l’immagine di uno stato genocida, ma anche di vedere invisibilizzata la lotta di sorelle e compagnu palestinesi da parte di uno stato che militarizza le proprie pride (sempre e solo riservate a persone bianche e ricche), uno stato che compie giornalmente violenze ai danni di donn3 e soggettività non eterocisconformi e che osteggia in ogni modo l’esistenza di soggettività queer palestinesi.
La bandiera pride nelle mani di israele rappresenta una ideologia strumentale, imperialista e suprematista bianca che non fa altro che perpetuare ulteriori schemi di oppressione per le persone queer, che all’interno di quello stesso regime nazionalista e coloniale sono tutt’altro che tutelate. L’incoerenza e la brutale disumanità emergono chiaramente dalle numerose fotografie di soldati israeliani intenti a sventolare la bandiera arcobaleno, mentre accanto, i carri armati procedono a bombardare e a strappare la vita a quelle stesse donne e soggettività queer di cui si autoproclamano paladini.
Questo rainbowashing però non ci inganna, e come soggettività queer sappiamo benissimo che nessuna liberazione potrà essere raggiunta se continueremo a rimanere cechə davanti alle strutture capitaliste, patriarcali, imperialiste e fasciste che ci dominano.
Il nostro compito, in questa parte di mondo, sappiamo essere quello di combattere e smantellare pezzo dopo pezzo la narrazione sionista, per smascherare le contraddizioni e l’ipocrisia dei nostri governi e delle nostre istituzioni.
Voi che continuate a sostenere il “progressismo” di Israele quando ogni forma di violenza – compresa quella di genere e omolesbobitransafobica – è strutturalmente parte della dominazione sionista sulla Palestina, siete complici del genocidio in atto.
Noi, al contrario, continueremo a lottare ogni giorno al fianco delle compagnə palestinesi per una Palestina libera dall’oppressione coloniale, dal patriarcato e dalla strumentalizzazione capitalista.
Nessuna liberazione queer passa dal colonialismo. Nessun femminismo sostiene le ragioni ad esistere di uno stato fascista e razzista!
Con amore e rabbia✊💜
LAMALAEDUCACION