Palestina Libera Senza Condizioni

Comunicato politico per fermare il genocidio e restituire le terre occupate

Come Malaeducaciòn, collettiva transfemminista universitaria, esprimiamo la nostra piena solidarietà e il nostro pieno sostegno al popolo palestinese e a TUTTA la Resistenza. Condanniamo come responsabili del genocidio in corso l’illegittimo Stato di Israele e tutto l’occidente complice, tra cui il governo italiano e la sua falsa opposizione.

Consapevoli dell’uso strumentale portato avanti da parte di Israele e dei suoi alleati della lotta transfemminista, vogliamo dire forte e chiaro NON IN NOSTRO NOME: non permetteremo che i nostri corpi e i nostri diritti vengano utilizzati per legittimare un progetto colonialista e genocida. Non abbiamo intenzione di restare a guardare mentre vi appropriate delle nostre battaglie e delle nostre parole per svuotarle di significato e asservirle alla vostra propaganda. Vogliamo invece fare da megafono per la resistenza portata avanti dalle persone queer e dalle donne palestinesi, che non sono vittime passive ma soggetti politici attivi in lotta.

Per questo, vogliamo ribadire ancora una volta che:

Ci opponiamo al genocidio, al regime di appartheid, e a ogni forma di oppressione portata avanti dallo Stato di Israele contro il popolo palestinese;

Riconosciamo il diritto del popolo palestinese a Resistere, ad autodifendersi, a fare ritorno nelle terre occupate.

Ribadiamo il nostro sostegno a TUTTA la Resistenza palestinese, perchè sappiamo che prendere una posizione transfemminista oggi significa riconoscere che non può esistere liberazione dall’oppressione di genere senza una liberazione dall’oppressione coloniale;

Riconosciamo l’intersezionalità delle oppressioni, per questo rifiutiamo ogni forma di pink e rainbow washing, ogni forma di “femminismo” bianco, coloniale, imperialista razzista e islamofobo;

Rifiutiamo la propaganda filoisraeliana dei media e delle istituzioni occidentali, rifiutiamo l’uso strumentale, mistificante e del tutto arbitrario da parte di questi ultimi di parole come “terrorismo”, “pace” e “democrazia”;

Rifiutiamo ogni narrazione che si ostina a cancellare i 75 anni di soprusi e oppressione che hanno portato agli eventi del 7 ottobre;

Rifiutiamo ogni visione infantilizzante, vittimistica e sovradeterminante delle persone queer e delle donne palestinesi in lotta di cui invece vogliamo rivendicare la piena agency all’interno dei processi di decolonizzazione;

Denunciamo ogni complicità tra il governo italiano, le nostre università e lo stato di Israele. Denunciamo il ruolo dello Stato italiano nella filiera delle armi e della guerra.

LA LOTTA TRANSFEMMINISTA SARÁ ANTICOLONIALISTA O NON SARÀ